Descrizione
LA DOTTA Domus
Umberto Eco ci regala queste parole in un’intervista dedicata al suo stretto legame con l’Università di Bologna: “Nelle tesi dei miei studenti trovavo sempre citazioni delle tesi che stavano facendo nello stesso momento altri studenti. (…) Questi ragazzi giravano sotto i portici di notte, andavano nei baretti, si raccontavano quello che stavano facendo (…). Questo è uno degli aspetti più belli dell’università bolognese: le osterie e i portici”.
Eco descrive la sua Università come un’istituzione antica e, allo stesso tempo, giovane: sono i suoi studenti a renderla viva portandola al di fuori delle aule, discutendo le loro idee tra brindisi nei bar e camminate sotto i portici della città.
Proprio l’affluenza degli studenti, attratti dalla fondazione dello Studiorum nel 1088, portò alla costruzione dei famosi portici di Bologna: per dare ai nuovi abitanti una Domus, vale a dire una casa, furono ampliati i piani alti degli edifici aggiungendovi balconi inizialmente sostenuti da travi di legno. É ancora possibile osservare questi antichissimi portici medioevali, dal legno scuro e dalla superficie irregolare, passeggiando in via Mascarella o in Strada Maggiore.
Nel corso dei secoli, il legno si è fatto pietra trasformandosi nel reticolo che ancora oggi connette quartieri, negozi e persone.
Ci ispiriamo proprio agli antichi portici di Bologna, capaci di racchiudere tanta storia e significato, per presentare le nostre due nuove creazioni della collezione LA DOTTA: Domus e Studiorum.
La particolare fresatura della loro superficie, eseguita a mano, si ispira ai motivi del legno grezzo utilizzato per i primi portici, mentre i loro colori rimandano ai contrasti tra luce e oscurità che caratterizzano queste strutture dopo il tramonto.
Di notte, infatti, la luce gialla dei portici fa da contraltare al nero del cielo offrendo una guida sicura verso casa.
Il suo colore vivo, artificiale, non soltanto illumina nostri passi, ma intrattiene il nostro sguardo, disegnando ombre geometriche che si susseguono su quelle arcate che ci portano, piano piano, a destinazione.